N28 Lo sapevi che… eupolis a domicilio – MADONNA DELLA PIETA’, SACILE

MADONNA DELLA PIETA’, SACILE

La chiesetta della Madonna della Pietà, che sorge in uno dei luoghi più rappresentativi di Sacile, ha sempre goduto di una profonda devozione popolare. L’edificio venne edificato in prossimità del ponte omonimo, un tempo detto “delle pianche”, ponte che consentiva l’accesso nella piazzetta del Duomo. La sua struttura, nello specifico i pilastri dell’atrio a doppio loggiato, emergono dalle acque del fiume Livenza regalando uno degli scorci più suggestivi in città.

Nel loggiato trovava collocazione un piccolo capitello (di fine Quattrocento) con all’interno la statua della Pietà; nell’agosto del 1609 avvenne un fatto miracoloso: l’immagine della Madonna cominciò a lacrimare e si parlò di miracoli e guarigioni inspiegate. Proprio per questi fatti si decise di costruire la chiesa.

Consacrato all’inizio del 1616, l’edificio si caratterizza architettonicamente per l’inusuale pianta esagonale; al suo interno trova collocazione la statua della Pietà impostata secondo lo schema del Vesperbild. Questo tipo di deposizioni, molto diffuso in area tedesca, prende piede anche in territorio veneto-friulano nel corso del Quattrocento, rappresenta l’immagine sacra per la preghiera della sera.

La statua venne realizzata con un impasto di gesso e sabbia chiamato Gu?stein (tecnica di origine tedesca). Tracce di colore sono ancora oggi visibili sulla superficie: questo indica che la statua, in origine, era completamente dipinta. A conferma di quanto detto sappiamo che nel corso dei secoli l’opera venne più volte ridipinta o ritoccata.

Nel 1630 venne realizzato l’altare marmoreo da Valentin dell’Huomo di Udine, oggi non più nella collocazione originale, si trovava avanzato e disposto in maniera tale da dividere in due l’attuale presbiterio. Si venivano a formare così due spazi distinti: un coro davanti all’altare e la sagrestia sul dietro.

Diverse le modifiche subite dall’edificio nel corso dei secoli, le più radicali nel 1938 dopo i danni inflitti dal terremoto. Gli intonaci originali sono stati rifatti nel corso degli anni e, l’ultimo intervento del 1996, ha permesso di ricostruire, sulla carta, le primitive decorazioni a marmorino e stucchi realizzate dai fratelli Nadal e Francesco Marangoni, portate a termine nel 1791.

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