IL PELLEGRIN DI SAN LEONARDO. MICROSTORIA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO
La storia di Antonio Dell’Angelo detto Pellegrin è straordinaria!
Antonio nacque a San Leonardo Valcellina, allora detto di Campagna, alla fine del Settecento. Acqua in paese al tempo non ce n’era se non in una larga pozza stagnante al centro della piazza, alimentata dalla pioggia. Quella buona scorreva lontana, oltre un chilometro, nel torrente Cellina o nella Roggia di Aviano, creata ben prima, ad opera del nobile Nicolò di Maniago a partire dal 7 giugno 1445. Tempi non facili: vita e morte s’intrecciavano sui fili della miseria e delle periodiche epidemie, il colera in particolare.
Antonio, osservando e pensando a un modo per far arrivare l’acqua corrente in paese, aveva maturato l’idea di realizzare una piccola canalizzazione dal Cellina, un roièllo. Non lo frenò, nel suo progetto, che ci fosse una riva da superare: sapeva bene che dove partire doveva essere più in alto di dove arrivare.
Ma nessuno lo ascoltò per le apparenti difficoltà; nemmeno i periti del tempo. Gli diedero del pazzo. Decise allora di far da solo, senza compensi.
Grazie a un documento d’epoca si conoscono i tempi dello scavo lungo ben quattro chilometri: ... cominciato il 1 agosto del 1835 e finito il 7 ottobre del 1837 … con la sua impresa Antonio vinse le avversità naturali e i pregiudizi degli uomini. San Leonardo godette così di un piccolo costante flusso di acqua pulita, fresca, perenne. Grati al proprio benefattore i paesani, per qualche tempo, gli portarono segale e granoturco a sostenere il magro bilancio familiare.
Giorno e notte l’acqua arrivava, custodita da Antonio che curava il suo roièllo, quasi come un figlio.
Esiste ancora questo corso d’acqua?
Una lapide indica il punto d'inizio del canaletto. Del minuto alveo resta quasi niente, superato e abbandonato nei primi del ‘900 da una nuova storia di acqua che passa anche per San Leonardo: un canale decisamente più grande legato alla costruzione della centrale idroelettrica di Malnisio.
Della piccola canaletta se ne possono ora seguire le tracce dell’àlveo asciutto, in alcuni luoghi. Con un gioco d’immaginazione si può vedervi la preziosa acqua scorrere ancora. Davvero straordinaria l’illusione ottica nell’osservare, sulla riva del Cellina, la linea di scorrimento che pare salire.
Questa vicenda è ulteriore esempio della capacità, dell'inventiva e della tenacia che hanno sempre caratterizzato le genti del nostro territorio, nel loro rapporto con l'ambiente e le sue risorse.
Il roiello è oggi parte integrante di un bellissimo percorso che si snoda da Ravedis all'area del Partidor. Un percorso dotato anche di informazioni in QR code, posizionati su steli particolarmente integrate al paesaggio, frutto del lavoro e della passione dell'Associazione culturale Progetto Pellegrin.
Un percorso da fare a piedi o in bicicletta, per conoscere una splendida porzione di magredo, come sempre viaggiando tra Storia e Natura.
Foto: Antonio Cossutta ed elaborazione google earth
Illustrazioni: Emanuele Bertossi (per Associazione culturale Progetto Pellegrin) e Giulia Bier (nell'ambito di un progetto dell'IC Turoldo di Montereale Valcellina)