CAPRIOLI A CAORLE?
Esiste un luogo, che molti di voi conosceranno per la spiaggia, situato tra l’abitato di Caorle e Bibione e chiamato ValleVecchia.
Molti lo chiamano Brussa, anche se il toponimo Brussa indica un’area leggermente diversa e più ampia.
Dagli anni ‘90 Veneto Agricoltura sta portando avanti una serie di iniziative volte alla riqualificazione naturalistica dell’area cercando di integrare al meglio innovazione tecnologica in agricoltura e sostenibilità ambientale.
In quest’ottica nel dicembre 2003 sono stati introdotti 26 caprioli, (9 femmine e 5 maschi adulti, 5 femmine e 6 maschi piccoli e una femmina giovane) di cui 16 muniti di radiocollari e marca auricolare per il riconoscimento a vista, che hanno fornito dati nei loro spostamenti per i 5 anni successivi. Eupolis ha curato il monitoraggio per diversi anni e tutt’ora collabora ai censimenti.
La reintroduzione ha avuto il significato di accelerare la naturale espansione del capriolo nella pianura veneta orientale e verificare l’efficacia delle azioni di naturalizzazione.
Già dopo pochi mesi alcuni individui sono usciti dall’area collegandosi con la popolazione presente nel basso Tagliamento. Un individuo (M531) solo 6 mesi dopo la liberazione è stato localizzato a Varmo (UD) evidenziando la buona capacità di spostamento della specie.
Contrariamente al senso comune, il capriolo è un animale perfettamente adattato agli ambienti agricoli di pianura e, come evidenziato in parecchie osservazioni, gli basta una siepe o addirittura l’argine di una valle da pesca, dove potersi nascondere e trovare cibo.
A testimonianza dell’efficacia delle opere di rinaturalizzazione la popolazione di ValleVecchia negli anni è cresciuta ed ora consta di centinaia di animali (Censimento 2019 avvistati 161 individui in meno di 400 ettari) rendendolo sicuramente uno dei luoghi in Italia con più alta densità di caprioli e con maggiore facilità di avvistamento.
Altri dati notevoli: la femmina F421 è stata osservata da noi per 13 anni, ogni anno con dei piccoli al seguito per un totale di 21 figli nati e sopravvissuti oppure l’avvistamento nell’estate del 2019 di F141, già adulta nel 2003, registrando un’età difficilmente raggiungibile per questa specie.
Non appena sarà possibile vi invitiamo a percorrere lo stradone sbregavalle o a camminare nelle varie stradine tra i campi all’alba o al tramonto e non vi sarà difficile avvistare qualche decina di questi meravigliosi animali. Il periodo migliore è l’inverno, ma anche l’estate non vi deluderà (attenti alle zanzare però).
Ci rivediamo presto lì.
Foto archivio eupolis