ANTEFISSA FITTILE
L’antefissa con palmetta e testa di Gorgone, assieme ad altri prodotti laterizi (tegole, mattoni e tasselli pavimentali), costituisce la traccia della presenza di impianti per la produzione di laterizi nel territorio pordenonese. Come mai viene rappresentata proprio la Gorgone su un oggetto destinato alla decorazione della parte terminale di un tetto?
In età romana erano presenti nel territorio a nord di Iulia Concordia moltissime fornaci dedicate alla produzione di laterizi (tegole, mattoni e tasselli pavimentali). Nel pordenonese questi complessi produttivi sembrano aver goduto di una certa fortuna grazie ai numerosi e consistenti giacimenti di argilla e alla possibilità di collocare le aree produttive lungo il corso dei fiumi, in prossimità di strade e nelle vicinanze di aree boschive. Conosciamo alcuni di questi siti dalle ricerche del conte Giuseppe di Ragogna, come la fornace Lunardelli a Cordenons o la fornace Cucchi di Vallenoncello, scavata nel 2003 dalla Soprintendenza Archeologica del Friuli Venezia Giulia. In altri casi, la presenza di fornaci è suggerita dal rinvenimento di scarti di fornace. La produzione comprendeva tegole, tasselli pavimentali, pesi da telaio e antefisse.
Cosa sono le antefisse?
Si tratta di tegole semicilindriche, in latino imbrices extremi, modellate a mano o entro matrici, che venivano collocate nella parte terminale dei coppi di un tetto e potevano essere decorate da diversi motivi ornamentali. Un’antefissa, databile al I secolo d.C., è conservata presso il Museo Archeologico del Friuli Occidentale. L’oggetto, ricavato da una matrice, è ornato da una palmetta e da una paffuta testa di Gorgone centrale. Si tratta di una tipologia che ha goduto di grande fortuna e di una vasta diffusione nel mondo romano, che trova le sue radici nelle produzioni riferite alla lavorazione dell'argilla (coroplastica) etrusche ed ellenistiche.
Come mai troviamo la Gorgone raffigurata sulle antefisse?
La figura della Gorgone, con volto terrificante, grandi occhi sbarrati e capelli serpentini, assume il valore di allontanare un influsso maligno (quella che si definisce una funzione apotropaica) già nella Grecia antica e nel mondo etrusco, dove la Gorgone si trova su moltissimi oggetti.
Il personaggio, caratterizzato da un aspetto grottesco e mostruoso, è sempre in posizione frontale, in modo da esercitare al massimo la sua funzione. In età romana imperiale la Gorgone perde i tratti mostruosi e assume una connotazione più strettamente ornamentale, come nel caso dell’antefissa fittile esposta in Museo. Ciò nonostante, non sembra perdere del tutto il suo originario valore protettivo e apotropaico.
L’antefissa è esposta e ammirabile nella sala 15 del Museo Archeologico del Friuli Occidentale... ma non fissatela troppo negli occhi!!!!