IL PORDENONE
Si è da poco conclusa la mostra “Il Rinascimento di Pordenone” che ha celebrato con grandi onori Giovanni Antonio de’ Sacchis (1483/84 – 1539) detto il Pordenone. Pittore che sviluppa il suo fare artistico in un periodo storico centrale per l’arte e la cultura: il Rinascimento.
Giovanni Antonio è un pittore inquieto, muove i primi passi artistici in città e nella provincia pordenonese, ma subito esprime la volontà di cercare lavoro e committenze altrove: Venezia, Cremona, Piacenza, Ferrara (dove morirà per un affanno di petto), forse Roma, sicuramente Umbria, Treviso. Irrequietezza che mostra anche nella sua pittura: composizioni ardite, scorci, nulla di ideale ma tutto più vero del vero, come nei volti delle persone che incontra e che inserisce nelle sue pitture.
Sicuramente i suoi occhi avevano visto opere, o riproduzioni grafiche, non solo dei maestri veneziani
(Giorgione in primis), ma anche di quelli del centro Italia (Michelangelo, Raffaello) e del nord Europa; maestri a cui si ispira ma che ripropone in un fare artistico proprio.
La sua prima opera, datata e firmata, “San Michele Arcangelo, Giovanni Battista e Valeriano” è un affresco del 1506 visibile nella chiesa di Santo Stefano e Valeriano.
Le opere successive, affreschi oppure oli, sono in continuo perfezionamento e una evidente autonomia espressiva la notiamo già, ad esempio, nella Pala della parrocchiale di Vallenoncello del 1513 – 1514.
L’opera intitolata “Madonna con il Bambino tra i Santi Sebastiano, Ruperto, Leonardo e Rocco” è destinata all’altare maggiore della chiesa intitolata a due dei santi rappresentati nella tela: Ruperto e Leonardo.
Vediamo da sinistra: San Sebastiano, santo protettore della peste invocato unitamente a San Rocco (per questo li troviamo spesso rappresentati insieme) che con fare sinuoso, i piedi quasi ad accennare un passo di danza, guarda verso il cielo legato ad un tronco appena visibile. Accanto a lui San Ruperto di Salisburgo, famoso per la sua opera di evangelizzazione.
Al centro, sopraelevata rispetto al gruppo dei santi, troviamo la Madonna in trono con il Bambino. Alle loro spalle un massiccio pilastro delinea le due figure; l’elaborata architettura dichiara l’interesse del de’ Sacchis per questo tipo di elemento decorativo che trova ampio spazio nella sua Pale d’altare.
Si procede nella lettura verso destra con San Leonardo le cui catene tenute in mano ci ricordano che questo santo era ritenuto efficace per la liberazione dalla prigionia.
Infine San Rocco, come già detto santo protettore dalla peste, di cui ci mostra la ferita sulla gamba. Santo particolarmente amato dal pittore (tanto da autorappresentarsi nel San Rocco del pilastro del Duomo di Pordenone), santo che nelle diverse opere dell’artista mostra un’evoluzione stilistica interessante.
Degna di nota la realtà, la verità con cui il Pordenone ci mostra questi esseri umani, il modo in cui li rende uomini veri, in carne e ossa, attraverso sguardi, movenze e particolari fisionomici unici.
Altro personaggio presente nella Pala: il piccolo bambino che suona seduto ai piedi del trono. Anche qui la verità dei particolari: sembrerebbe che le manine del piccolo siano posizionate in modo veritiero… pronte a deliziarci con una dolce sonata.
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