L’ASINO E IL LUPO A VALVASONE
Valvasone è uno dei luoghi che meglio conserva le caratteristiche dell’antico borgo medievale; al suo interno emerge il complesso del Castello, esempio di stratificazione culturale, di rappresentazioni e stili di vita che mutano nel tempo.
Le testimonianze che riguardano il castello percorrono un arco temporale di oltre sette secoli: dalle strutture trecentesche a quelle rinascimentali, fino alla fase settecentesca che ne conclude il ciclo evolutivo.
Durante gli interventi di restauro, eseguiti negli anni ’90 del secolo scorso, vennero messi in luce gli affreschi del periodo gotico e quattrocentesco, nascosti negli anni da strati di intonaco.
Curioso, per soggetto, è l’affresco raffigurante un’allegoria con due animali. Collocato nel vano al piano terra adiacente al teatrino settecentesco è da collegare al periodo gotico della decorazione.
Protagonisti un asino e un lupo che assumono atteggiamenti umani. L’asino è seduto su di una cattedra con le zampe posteriori accavallate e con addosso una mantellina bordata di pelliccia di ermellino; regge un rotolo di pergamena con scritte le lettere dell’alfabeto tracciate di rosso. Di fronte un lupo dritto sulle zampe posteriori ma con il capo volto dalla parte opposta, quasi a ignorare il volere dell’asino ossia osservare le lettere tracciate sul rotolo.
Delle frasi, quasi completamente abrase, decorano la scena e molto probabilmente erano la sintesi del dialogo tra i due protagonisti.
La scena dell’asino che insegna al lupo è un tema noto nel medioevo e viene letta come “l’asinello che porta alla perdizione il lupo”; qui a Valvasone però è da leggere in modo completamente differente perché viene collegata al contesto locale: non dimentichiamoci che il lupo è l’emblema dei signori del luogo.
Ma se il lupo sono i signori del luogo chi è l’asinello? Alcuni studiosi vedono in lui la rappresentazione del Podestà, il mantello rosso bordato di pelliccia di ermellino indica chiaramente una carica istituzionale.
Un’immagine emblematica che rappresenta la volontà dei signori di Valvasone di non voler ascoltare, o sottostare, al Podestà che si mette in cattedra?
Ai posteri l’ardua sentenza…
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